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Philomena Zoeschg

Vi compatisco, il mio bambino
intervistatore:
Ruth Deutschmann
fotografia:
Benjamin Epp
data della ripresa:
2008-06-16
traduzione inglese di:
Sylvia Manning - Baumgartner
traduzione italiana di:
Nicolse D ´Incecco
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1939
trascrizione:
E come è accaduto che - in realtà io conosco solo perché, come lo sono io, ma poi era stato un po 'più grande. Che cosa è rimasto nella mia memoria è quando mia mamma ha portato in ospedale. La madre era incinta e ha avuto un problema ai reni. Poi si è detto che deve andare all'ospedale. E dato che avevamo già, ma cinque figli. E poi siamo stati tutti divisi da parenti e conoscenti. E la madre è poi rimasto più a lungo in ospedale. E mentre la mamma - devono poi così una barella, perché ci `s così è stato veramente nient'altro - un sacco di paglia, perché hanno due cose in draufgebunden tale legno. E hanno draufgebunden e come hanno messo su di esso la madre, e poi hanno detto a noi figli, siamo tutti in piedi intorno a loro e hanno pianto, poi si deve dare a noi la sua benedizione e gli disse: "Bambini, pregate per la mamma che lei viene di nuovo a casa. " E così ci sono solo allora si è sfasciato. Poi la scuola è iniziata. Avrei dovuto .. Sono venuto nella prima classe. E poi tengo a destra senza vestiti e scarpe non avevano alcun diritto. E poi ho sempre pensato: "Se la madre sarebbe grad lì, poi mi 'solo un vestito normale, e forse le scarpe". E 'stato davvero un ricordo che non potrò mai dimenticare. E poi sono dieci anni - poi sono dieci anni, poi la madre disse: "I bambini, mio zio ha bisogno di qualcuno per aiutare." Quello era un agricoltore. E poi ho deciso, perché la mia sorella maggiore ha osservato molto bene su i bambini, e io preferisco fare un altro lavoro. E poi ho deciso, sì, vado - vado da lui. Ed eccolo lì, ma incredibilmente difficile perché ho avuto modo di alzarsi alle cinque del mattino. Poi mi devono aiutare nella stalla per mezz'ora poi devo camminare a scuola. E poi quando torno a casa nel pomeriggio, devo aiutare in casa e poi in casa, lavare i piatti per cercare di porre fine e così via. E poi ho solo può fare il lavoro. E da allora dormo a volte. E poi la cameriera, la cameriera, la cameriera più grande - io ero la cameriera poco. E poi una volta che ha pianto nella stanza di sopra. E poi ho detto: "Anna, perché piangi?" Poi disse: "Perché mi dispiace tanto si sta facendo." Ha detto di sì.